
A volte sogno di ritrovarmi in un reef sperduto nel mezzo dell’Oceano Indiano o sulle coste della Sardegna alla fine del ‘900 con le mie odierne fishing tackle e godo come un pinguino.
Non credo vi ci voglia molto a immaginare cosa possa succedere a un’esca artificiale che atterra in un hot spot e al secondo giro di manovella fa amicizia con i vicini.
O ritrovarsi a Capo Cavallo a bordo di un fisherman lanciando stickbaits e facendo scommesse su cosa potrà abboccare: un dentice, un alletterato, una spigola…
Rabbrividisco all’idea di trovare un branco di GT in caccia su una barriera corallina maldiviana, roba da spaccarsi le braccia e la schiena.
Ancora adesso si vivono momenti di grande attività anche negli spot più battuti e ci si diverte da matti, figuratevi quando i popper ancora non erano stati inventati.
Poi suona la sveglia, ti prepari il caffè e vai a pescare a rockfishing al porto per riuscire a prendere qualcosa.
testo e foto Nicola Zingarelli