
La ricciola (Seriola dumerili) è un pelagico provvisto di un corpo ovale, allungato e compresso ai lati, munito di una bocca ampia con numerosi e minuscoli denti impiantati anche sulla lingua.
La livrea subisce variazioni a seconda dell’età. mentre gli esemplari giovanili sono di colore giallo-rosato (tanto da essere conosciuti volgarmente come limoncini), quelli adulti assumono una colorazione tendente al marroncino, che sfuma sui fianchi marcatamente biancastri. Su ciascun fianco corre una caratteristica banda di color giallo arancio, che a livello della testa passa proprio a livello degli occhi, inscurendosi e creando una caratteristica “maschera”, molto evidente quando l’animale è in caccia o in combattimento.
Può raggiungere l’eccezionale peso di 90 kg per oltre due metri di lunghezza, anche se, data la pressione di pesca, è sempre più difficile trovare animali di taglia superiore ai 40 chili.
Sebbene a volte gli individui adulti possano vivere in maniera solitaria, la ricciola è generalmente un pesce gregario, che incarna tutte le doti del predatore perfetto, per potenza, intelligenza e maestosità, tanto da costituire insieme al tonno la preda più ambita dai pescatori sportivi.
La ricciola, per le sue caratteristiche di estrema diffidenza e per le sue doti fisiche che le conferiscono una potenza straordinaria nella lotta, è seconda forse solo al tonno rosso.
E’ un pesce che si presta prevalentemente ad essere insidiato dalla barca, sia mediante la traina col vivo che attraverso la tecnica del vertical jigging.
Da terra è più difficile da insidiare, e normalmente viene pescata col muggine o l’aguglia viva, mentre gli esemplari giovanili (fino a 7-8 kg.) possono essere catturati a spinning con esche di superficie.
testo e foto Antonio Varcasia