
L’Africa si sveglia.
Nei fishing camp, silenziosamente, in gruppi sparsi, le guide locali, dopo una frugale colazione, cominciano a preparare le barche per i clienti. I serbatoi si riempiono con delle taniche, c’è da pulire qualche candela e un carburatore, cambiare un’elica martellata dagli scogli, preparare i cestini con il pranzo e le ghiacciaie con l’acqua e dare un’ultima controllata alle attrezzature.
Una routine che segna il tempo in un lodge isolato in mezzo al nulla, dove le ore le marca la marea, il fuoribordo che borbotta, il tempo speso in mare mettendo la barca in posizione per far pescare bene i clienti, le catture, e l’atteso ritorno al lodge per il meritato riposo.
Un lavoro duro quello dello skipper, spesso lontano da casa per settimane e con la pelle bruciata dalle troppe ore di sole.
Credo che una volta mi feci sfiorare dall’idea di provare…
Solo una volta però!
testo e foto Nicola Zingarelli