Pescare di notte non mi affascina. Non vedo, e per me la pesca è anche uno spettacolo di colori, natura e paesaggi. Ma quando cade il sole sparisce tutto.
C’è però un animale che mi spinge a smulinellare un po’ anche dopo il tramonto, anzi sono due e sicuramente non entrano nella categoria dei pesci più conosciuti.
Uno è l’Escolar (Lepidocybium flavobrunneum) e l’altro, quello della foto, è il Ruvetto (Ruvettus pretiosus) entrambi bentopelagici che di giorno pascolano a un migliaio di metri di profondità e di notte salgono verso la superficie per alimentarsi. Se l’Escolar rimane comunque su fondali di 150-300 metri in acque libere rendendo più complicata la sua cattura – che comunque è possibile – il Ruvetto si comporta come una ricciola, e sosta sulle cadute a 90-120 metri, per cui è possibile pescarlo a jigging. Non potete immaginare un pesce più strano: occhi enormi, denti affilati e le squame che sono degli aghi ricurvi per cui, se per caso lo toccate “contropelo” son dolori. Predatori incalliti e ottimi lottatori – l’Escolar migliore del Ruvetto – raggiungono dimensioni inquietanti, riuscendo a superare entrambi i 60-70 kili di peso.
testo e foto Nicola Zingarelli
classico conosciuto con la tecnologia di oggi facile prendere pesci dopo questo tempo sempre più persone pronte a catturare i pesci che sono importanti è inusuale, credo.