
La cernia di fondale, è un grande predatore che raramente vive al di sotto dei 100 metri di profondità, preferendo abitare gli abissi e compresi tra i 350 ed i 1000 metri. Non vive necessariamente su fondali rocciosi, anzi il suo habitat può anche essere quello dei fondali fangosi, in cui si nutre di crostacei e pesci di profondità.
Allo stato giovanile ha l’abitudine di risalire fino in superficie, dove cerca riparo sotto qualsiasi cosa galleggi. La taglia media presente nelle nostre acque si aggira tra 10 e 20 chilogrammi ma gli esemplari più grandi possono raggiungere i 90 chilogrammi di peso, ed esemplari sui 50 chili non sono affatto rari.
La cernia quando viene portata in superficie subisce un trauma per il dislivello di pressione, che le porta un dilatamento della vescica natatoria tale da portarla in superficie.
Questo serranide è la preda più ambita dai praticanti del bolentino di profondità.
Si pesca con l’utilizzo di mulinelli elettrici potenti imbobinati con multifibra da 80/130 libbre. E’ un predatore che si nutre di pesci e cefalopodi, quindi è possibile innescare, con ottimi risultati, sardine, totani interi, polpi, cappellotti, seppiette, sgombri e sugarelli.
Alcuni pescatori per aumentare la capacità “attrattiva” degli inneschi utilizzano esche vive, quali i sugarelli che dimostrano una certa resistenza ed efficacia. Per rendere i terminali più visibili, oltre alla lampada stroboscopica possono essere inserite altre forme di illuminazione, come star light o perline fluorescenti.
testo e foto Antonio Varcasia