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FISHING – GUATEMALA HOTSPOT PER IL PESCE VELA

Guatemala: hotspot per il pesce vela. In "alta stagione" ogni barca che fa pesca sportiva libera un numero di pesci vela compreso fra 1200 e 2000!
Pesci vela e angler: foto di rito…

Mi sono sempre chiesto perché la costa del Pacifico del Guatemala sia considerata universalmente l’hotspot per eccellenza per il pesce vela.
Ma dopo esserci andato lo scorso anno, mi è ora tutto molto chiaro.
La stagione dura sei mesi, da novembre a metà maggio, coincidendo con la “epoca seca”: in questo periodo ogni barca che fa pesca sportiva libera un numero di pesci vela compreso fra 1200 e 2000!
Questo vuole dire che in un giorno è normale, a stagione avviata, avere un numero di strikes compreso fra 20 e 40, anche se durante i mesi top, come febbraio e marzo, si può anche toccare cifre a doppio zero.
Il Guatemala inoltre si trova in una posizione perfetta in cui è possibile raggiungere nel giro di 50-60 miglia quello che gli anglosassoni chiamano il Pacific Continental Divide, ovvero quella linea che divide il flusso d’acqua fra gli oceani e che crea un habitat altamente ossigenato dove i rostrati amano vivere. In particolare le zone più proficue per la pesca sono i grossi canyon sottomarini che iniziano già a dieci miglia dalla costa. Inoltre la catena della Sierra Madre rende questa zona ridossata dai venti dai quadranti nord e quindi di fatto la pesca altamente confortevole.
Patrimonio naturale di una nazione? Sicuramente ma cosa altrettanto vera è che il Guatemala è stato la prima nazione al mondo a proteggere i rostrati, cosa molto importante considerando anche che nonostante i grandi progressi è pur sempre un paese in via di sviluppo. Nel 1997, il Congresso del Guatemala ha infatti approvato le leggi di pesca vigenti che prevedono la protezione del pesce vela (Istiophorus platypterus), vietando la pesca commerciale, la vendita e l’esportazione del pesce vela.
La pesca sportiva è consentita attraverso l’uso di ami circle e catch & release obbligatorio: tutti i capitani sono perfettamente addestrati in questo, e un report giornaliero e stagionale delle catture viene regolarmente stilato e riportato alle autorità competenti. Questa legislazione è stata rinforzata proprio quest’anno, con l’impegno diretto anche dell’Ufficio del Turismo (INGUAT) con una task force inter-governativa per far rispettare la protezione delle specie, concentrandosi su tre iniziative principali.
Anzitutto, sradicare la pesca illegale e la vendita illegale del pesce vela insieme a Guardia Costiera, Dipartimento di Stato e Segretario per l’Agricoltura. A maggio, del 2012, ben 37 incursioni erano state adempiute con successo e i pescatori artigianali multati secondo la legge.
Un’altra disposizione molto interessante (di cui prendere nota anche per le nostre acque) è stata quella di fornire alle comunità locali mezzi alternativi per la pesca: con il sostegno del Club Nautico guatemalteco e l’Autorità di Puerto Quetzal, più di 1000 barriere artificiali sono state create in posizioni strategica all’interno della costa del Pacifico per promuovere nuovi ecosistemi ricchi di specie commerciali come snapper e grouper. E i seminari e i corsi su come pescare e sfruttare queste risorse hanno avuto grande successo all’interno delle comunità e dei pescatori locali.
Infine, l’ultimo punto dell’ambizioso progetto che comunque sta già dando i suoi frutti, è quello di educare i bambini in materia di conservazione: il Club Nautico sostiene attivamente le scuole all’interno della comunità Iztapa e partecipa direttamente ai corsi relativi alla protezione delle specie di interesse sportivo e dei benefici dei mezzi alternativi di pesca.

testo e foto Antonio Varcasia

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