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PESCA – AUTUNNO CALDO…

Autunno, per noi pescatori inequivocabilmente tempo di mangianze. In questo periodo il mare ribolle in un susseguirsi di “palloni di acciughe” facili bersagli del famelico tonno rosso.
Tutto questo movimento non passa inosservato nè ai pescatori né, da qualche tempo, alle forze dell’ordine preposte ai controlli in mare. Controlli che giustamente sono aumentati in modo esponenziale con la ormai consueta chiusura anticipata della pesca al tonno rosso.
C’è una legge che tutela la conservazione della specie ed è giusto rispettarla.
Ma ultimamente stiamo davvero registrando un eccessivo inasprimento dei controlli rivolti ai pescatori ricreativi (vera causa di tutti i mali?).
Ma cogliamo il segnale positivo: sicuramente, lo stesso impegno viene messo nel controllare amministratori pubblici corrotti, politici senza scrupoli, grandi imprenditori che gestiscono (spesso a nostre spese) imperi traballanti, mafie dai mille coinvolgimenti economici e politici.
Tranquilli, di questo passo fra poco l’Italia sarà fuori dai guai… e noi potremo andare serenamente a pescare.

testo e foto Cristiano Lagostena

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% Commenti (12)

Non avendo la flotta professionale da controllare evidentemente le loro energie si concentrano su quella ricreativa. Visto la quantità di poco sportivi che con i rossi ne hanno fatte di cotte e di crude e la pressione alla quale siamo sottoposti dalle lobby dei professionisti, evidentemente ci stanno mettendo il carico da novanta. Non dico che sia giusto o sbagliato, e ovviamente sono cosciente del fatto che i ricreativi non sono la causa di tutti i mali, e men che meno con l’esaurimento degli stock del Tonno, ma forse adesso in molti stanno pagando gli eccessi di pochi.

Purtroppo troppo spesso ci nascondiamo dietro “e che vuoi che sia se mi tengo un tonno, tanto i professionisti ne fanno man bassa” e così facendo abbiamo decimato i dentici (come noterete uso la prima persona plurale includendo anche me) e tante altre specie, poi ci lamentiamo se ci chiudono aree di pesca o ci limitano, è vero che sembra un paradosso ributtare un pesce in acqua dopo 10 ore di pesca in bianco, quando i nostri “governanti” ci danno un così cattivo esempio, ma pensate quanti pesci in più ci sarebbero se ogniuno di noi (e siamo tanti) si attenesse alle regole. So che sono parole scontate, ma la situazione è veramente critica e se non cerchiamo di difendere la nostra immagine, finiremo male!
Riccardo

IL TONNO NEGLI ULTIMI ANNI SI E’ RIPRODOTTO IN MANIERA MOLTO IMPORTANTE, ALMENO IN ADRIATICO MA COME SENTITO ANCHE NEL TIRRENO. BLOCCHI CHE TUTELANO IL PESCE AZZURRO NON SE NE SENTONO. CONSIDERANDO CHE ORA DI TONNI CE NE SONO, E DEVONO ANCHE MANGIARE, TRA PESCA PROFESSIONALE DI PESCE AZZURRO E TONNI CREDO CHE TRA POCHI ANNI ALICI, SGOMBRI, SARDEE TANTI ALTRI PESCI SARANNO UN RICORDO… SVEGLIAMOCI, LE REGOLE IN MARE DOVREBBERO ESSERE CONSIGLIATE DA CHI VA IN MARE, NON DA CHI E’ SEDUTO DIETRO A UNA SCRIVANIA. REGOLE SI, MA GIUSTE E COERENTI…

Alberto AL21 SHARDANA

Ogni opinione è lecita e, al tempo stesso, opinabile.
Solo che le parole, senza i fatti, stanno a zero…….come la farina.
In questo povero Paese dovrebbe essere regola comune l’assunzione delle proprie responsabilità, ognuno nel proprio ambito! E’ pretestuoso pretendere che le regole siano rispettate solo degli “altri” considerando le conseguenze delle proprie azioni un male minore.
Considerando che la parola “furbo”, con la quale si finisce per dare benevola accettazione ad un soggetto dal comportamento scorretto, possiede l’accezione positiva solo nella lingua italiana ed è, al contrario, sinonimo di “farabutto” nella maggior parte del globo, si evince quanto allergici siamo nei confronti delle regole, a prescindere.
Per pretendere equità di giudizio e correttezza nei comportamenti si deve essere disposti, noi in primis, al ligio rispetto delle stesse norme di cui chiediamo l’applicazione ed allora, con pieno diritto, possiamo batterci affinchè tali precetti, se ritenuti iniqui, vengano modificati.
W la pesca e w i controlli, tanto non abbiamo nulla di cui temere o vergognarci vero???

Giuseppe AL21 Akabatuna

Non esiste la categoria del pescatore-furbetto/farabutto!! O sei un pescatore, e ti godi un bel combattimento con un bel pesce che ti ha fatto sentire veramente “pescatore” e quindi quel pesce merita la libertà, oppure sei un furbetto/farabutto, soggetto il cui massimo godimento a mare è dato dal riuscire ad infrangere le regole e dove il momento del pesce a bordo è il ciak di inizio di una sorta di action–movie stile “mission impossibile” il cui obiettivo è il raggiungimento del vero momento di gloria ricercato attraverso lo sbarco del pesce a tutti costi ed evadendo tutti controlli in ogni modo !!

Gianluca AL21 Albatros

E’ vero in Adriatico negli ultimi anni ne avevamo davvero tanti, ma già da quest’anno si sono dimezzati, mai più visto miglia quadrate di mangianze, anzi nemmeno una!!! Secondo me questa abbondanza ha portato anche lo sportivo meno esperto alla pesca al tonno, con la consegunte trattenuta,”perche tanto ce ne sono molti”: in banchina l’ho sentita 1000 volte. Bene i controlli a tappeto, a parte qualche grossa batosta ai singoli che hanno pagato per tutti, ma non credo sia una lezione. La pesca professionale fa stragi giornaliere che nessuno di dovere VEDE!!! Paghiamo tessere a federazioni (organizazzioni politiche…) che non muovono un dito, le nostre quote son state quasi annullate dagli sforamenti dei professionisti, ma tutto regolare!!!! Dove vogliamo andare di questo passo? Tutti dovremmo essere guardie del mare, se ci teniamo veremente e avvisare quando si vedono scene orrende, che vediamo tutti!! Per la minutaglia (cibo per tonni) anche lì non ci siamo, fino quando sarà lecito calare reti larghe 300mt e lunghe 800 dove entra di tutto e di più.
Ragazzi mi dispiace ma in Adriatico ci siamo già passati: 10 anni senza tonni, ora ci sono ancora, anche se molto piu piccoli e presto finiranno da noi e altrove: triste ma credo che sia la realtà.
VIVA LA PESCA ONESTA e civile. Io, come tutti, un pesce in frigo lo metto, ma uno.

Cristiano Lagostena

Ragazzi,
il messaggio da me lanciato era quello che è giusto che ci siano i controlli a tappeto, ma questi devono essere fatti a 360 gradi, prof. compresi!!! Ci sono alcuni dilettanti, compreso il sottoscritto, che quando la pesca al tonno è aperta dichiara regolarmente le catture effettuate. Puntualmente dopo la chiusura al tonno la nostra categoria è bersaglio di ogni tipologia di controllo, con appostamenti dietro le dighe, agenti della CP in borghese che ti aspettano al parcheggio dell’auto, Guardia di Finanza appostata all’uscita del porto, che ti ferma ogni giorno…mentre molti prof. sbarcano casse e casse di pesce sottomisura, le cianciole pescano in 20 mt. d’acqua e le lampare bruciano gli scogli!!!

Alberto AL21 SHARDANA

Sono assolutamente d’accordo con quanto esposto e ne sposo i propositi.
Nonostante i buoni auspicii dei frequentatori del blog, tra i quali spero, anzi sono convinto, non esistano “furbi”, si deve comunque riconoscere che è solo con i piccoli e quotidiani gesti che s’invertono le tendenze…………….
Assumere un comportamento virtuoso, in mare come in ogni altra occasione della vita, ci pone nella giusta condizione per denunciare gli altrui abusi, dal peschereccio che sconfina nelle acque dei Parchi alle lampare che “abbronzano” gli scogli, dalle cianciole che strappano i bagnanti dalle spiagge ai pescatori “sportivi” che sappiamo/vediamo trattenere pesci sotto misura e/o in regime di chiusura/sospensione dell’attività alieutica (possibile che ne sia stato testimone solo io?).
D’altronde la predisposizione alla scorrettezza, che si evince dalla leggiadria con la quale decine di bottigliette di plastica/palloncini di gomma usati per la pesca in drifting vengono abbandonati in balia delle correnti dopo la giornata di pesca a cui fanno spesso compagnia le cassette di polistirolo utilizzate per il trasposto delle sarde, apre la porta a pensieri quale: ” beh anche se non si potrebbe……..dopo tutto il giorno che non si vede un’abboccata almeno questo lo tengo” o anche “con tutti i soldi spesi per carburante esche ed attrezzature, questo lo vendo………….ma solo per rifarmi delle spese”.
Le leggi, purtroppo, non sono sempre eque e le relative sanzioni applicate a chi le trasgredisce non sempre puniscono tali responsabilità con adeguata e commisurata misura, ma siamo tutti noi che, con il nostro comportamento e con gli strumenti che tali leggi ci offrono, possiamo/dobbiamo adoperarci al fine di sensibilizzare gli organi competenti affinchè possano essere modificate, in meglio se possibile; personalmente non penso che il dichiararsi vittime del sistema sortirà aclun risultato a favore della vera, sana, gratuita PESCA SPORTIVA, tranne un indecoroso stillicidio di dignità.

Ho fatto copia incolla di un articolo comparso pochi giorni fa, 1130 kg di tonno rosso sequestrati 4000€ di multa!!!!!!!
Forse è l’ora che cambi qualcosa?????
29 settembre 2012
GEAPRESS – La tipologia del sequestro ricorda il maxi intervento avvenuto lo scorso maggio a Civitavecchia (vedi articolo GeaPress). In quel caso il pescato proveniva da una grossa ditta del catanese interessata a traffici con l’estero.

Di certo l’impresa commerciale con sede nella provincia di Catania, dove ora è avvenuto il sequestro di 1130 chilogrammi di tonno rosso, commercia anch’essa con l’estero. In questo caso, però, la novità è il collegamento con l’isola di Malta. Così evidenzia, infatti, la Capitaneria di Porto di Catania la quale comunica la conclusione della complessa operazione coordinata dall’ 11° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima della Sicilia orientale, lungo la filiera commerciale dei prodotti ittici.

Proprio nel corso di uno di questi controlli, eseguiti congiuntamente a militari dell’Ufficio Locale Marittimo di Acicastello, è stata accertata, dall’analisi della documentazione esibita, la presenza di tonno sbarcato da un peschereccio maltese.

Ciò, in violazione della normativa comunitaria che – a partire dal 1 luglio 2012 – vieta espressamente la cattura di tonno rosso da parte di unità da pesca maltesi. Per tale motivo gli Ispettori della Guardia Costiera hanno proceduto al sequestro dell’intero pescato, elevando al titolare della Ditta una sanzione amministrativa per complessivi quattromila euro.

Gianluca AL21 Albatros

Alberto, non è che siamo vittime, siamo quelli che pagano!!! Siamo gli ultimi della trafila e quelli più sospetatti di tutti, i cattivi, è questa la relatà agli occhi di tutti.
Gettare la mondezza in mare è da maleducati, anche se si vede in mare spesso: da parte mia porto indietro più che posso (nel nostro porto ci sono cassonetti apposta per le casse vuote) un piccolo passo.
Comunque la verità è che siamo incazzati neri, perché ci sentiamo presi per i fondelli, sbaglio?
Per fortuna le nostre barche ci consolano parecchio.

UN MIO AMICO CHE E’ NELLA FINANZA DI TERRA MI DISSE POCO TEMPO FA, “SAI NON ABBIAMO PIU’ BENZINA PER USCIRE CON LE AUTO IN PATTUGLIA”. LA MATTINA MI AFFACCIO FUORI DAL MIO BALCONE E VEDO 2 MOTOVEDETTE DELLA FINANZA: UNA VA VERSO NORD ED UNA A SUD. CALCOLANDO UN CONSUMO MEDIO DI 50 LT A MOTORE, FACCIAMO SUBITO UN CALCOLO RAPIDO: PER 8 ORE DI PATTUGLIA, 4 MOTORI, CIRCA 1600LT DI GASOLIO, TENENDOMI BASSO.
POI IN TUTTA ITALIA IL CONTO SALE MOLTISSIMO: QUANTE AUTO ANDREBBERO IN GIRO PER TUTELARE PIU NOI E I NOSTRI FIGLI? SICURAMENTE IL MARE VA TUTELATO, MA USCIRE TUTTI I GIORNI PER DARE GUERRA A UN PESCATORE DI FRODO MI SEMBRA ECCESSIVO… TUTELIAMO DI PIU’ LE NOSTRE STRADE E TUTTI QUEI FURBI CHE SONO A TERRA, TUTTI GLI EVASORI FISCALI CHE HANNO PORTATO L’ITALIA IN QUESTE CONDIZIONI.
TUTELIAMO NOI STESSI, FACCIAMO RIPARTIRE QUESTE AUTO…

Alberto AL21 SHARDANA

Beh, mi permetto di commentare quest’ultimo intervento simulando cosa potrebbe pensare “un’altra parte del cielo”, un libero professionista, un arigiano o un commerciante qualunque, a scelta del lettore:
– Un mio vicino che lavora in Finanza mi ha detto che le vedette a loro disposizione restano in banchina non avendo fondi per poter pattugliare le coste a tutela del patrimonio demaniale, per la lotta contro il contrabbando e l’immigrazione clandestina e la pesca di frodo, anche a causa dell’intensificaziuone dei controlli a terra che, specialmente negli ultimi tempi, hanno subito una forte spinta, anche a causa delle forti pressioni dell’opinione pubblica e di una parte dei media, quasi a voler demonizzare le libere professioni addossando a queste ultime la responsabilità della forte evasione fiscale presente nel Paese.
Non sarebbe più sensato ottimizzare i costi attrezzando le motovedette per la loro più importante se non fondamentale opera anzichè mandare in giro, con automobili di servizio, centinaia se non migliaia di agenti, specialmente in alcuni santuari di riposo e vacanza, magari camuffati tra i turisti, a scocciare la gente con controlli sulle auto e terrorizzare orde di tranquilli vacanzieri e specchiati commercianti/artigiani con ossessivi controlli?
Ecco cosa può succedere quando si tende a dimenticare IL BENE COMUNE cercando di scansare verso altri il peso delle proprie eventuali responsabilità: le regole DEVONO VALERE PER TUTTI, NELLA STESSA MANIERA. Ognuno di noi si deve impegnare per il rispetto delle norme, senza cercare facili alibi nella scorrettezza di altri perchè gli altri, spesso, possiamo essere noi stessi.

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