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FISHING ROD E… “CRACK”

Fishing Tackle: le canne pel la pesca a traina in carbonio
La perfetta azione di una canna sotto sforzo…

Se da una parte la tecnologia ci fornisce in continuazione nuovi fishing tackle sempre più affidabili, dall’altra molte delle nuove soluzioni che ci agevolano nell’azione di pesca possono avere il rovescio della medaglia. Fino a qualche anno fa i fusti delle canne da traina erano in fibra di vetro, qualcuna arricchita con una bassa percentuale di carbonio. Poi con il passare del tempo l’industria ha reso possibile cicli di lavorazione del carbonio più semplici ed accessibili, con il risultato che molte aziende hanno sposato questo materiale.
I fusti in carbonio, rispetto a quelli in fibra, a parità di libbraggio presentano numerosi vantaggi: sono molto più leggeri, più sottili ed hanno un ritorno più nervoso e potente. Il carbonio è un materiale resistentissimo che garantisce una flessibilità nettamente più graduale rispetto alla fibra, con un ritorno potente e scattante. I fusti realizzati con questo materiale hanno prestazioni eccezionali, ma a fronte di questo si possono facilmente spezzare. La rottura di un fusto in carbonio, nove volte su dieci è imputabile all’utilizzatore e solo la volta rimanente ad un difetto di fabbricazione.
Come accennato i fusti in carbonio si possono flettere fino all’inverosimile e le prove effettuate al banco ne sono la prova tangibile. E’ molto difficile che il fusto possa danneggiarsi durante la normale flessione a meno che non venga caricato con un peso di gran lunga superiore alle sue possibilità.

Canne da pesca in carbonio
La rottura di un fusto di una canna, quasi sempre frutto di un’errata azione di pesca…

C’è però un punto critico che va sempre tenuto presente. La rottura dei fusti in carbonio avviene quando si alza la canna in posizione verticale con la preda in perpendicolare sotto la barca. Effettuando quest’azione le fibre di carbonio vengono schiacciate l’una sull’altra mettendo in crisi tutta la struttura del fusto. In questi casi la rottura è immediata, lasciando il pescatore allibito.
Tanto più sottili sono i fusti, quanto più bisogna stare attenti a bloccare la pompata a 50-60 gradi rispetto alla superficie dell’acqua, quando la preda è perpendicolare sotto la barca, sapendo che se il pesce non ne vuole sapere di venire in superficie bisogna aspettare e non forzare raddrizzando la canna. Perché l’ultima fase della cattura è sempre un momento critico, e necessitano calma e concentrazione per gestirlo al meglio.

testo e foto Riccardo Fanelli

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