
Quante volte è capitato a chi traina col vivo di recuperare l’esca morsa esattamente tra i due ami. Questo evento non è assolutamente raro e succede prevalentemente con i dentici.
Noi siamo proiettati a pensare che quando un predatore vede un’esca viva, la confonda con i pesci che normalmente trova in natura e l’aggredisca. Niente di più sbagliato.
La maggior parte dei predatori si rende conto perfettamente che la preda in oggetto ha qualcosa che non va e molto spesso la osserva e la evita.
In altri casi, pur rendendosi conto che il comportamento della potenziale preda è anomalo, decidono di darle un morso, e lo fanno proprio tra i due ami.
Non è chiaro se vedano gli ami o meno, fatto sta che colpiscono proprio dove l’esca è libera.

testo e foto Riccardo Fanelli
Riccardo, bellissima osservazione, io penso che il dentice dopo il primo morso si disinteressa dell’esca perchè nota una “morte anomala” (copio il tuo termine 🙂 )
Mi spiego meglio, in natura un pesce ferito mortalmente, dovrebbe cadere in diagonale (o in verticale, dipende dalla corrente) verso in fondo, invece l’esca trainata seppur aggredita mortalmente, continua ad andare avanti trainato dalla barca, e questo secondo me insospettisce il predatore.
Ovviamente è una mia opinione 😉
Ciao Riccardo è sempre un piacere leggerti.
Sicuramente la tua opinione mi trova d’accordissimo. Anche altri predatori, come la ricciola, colpiscono l’esca prima di aggredirla, per poi abbandonare l’attacco per evidenti anomalie. Il dentice unisce la sua smodata aggressività, ad un’innata sospettosità, ed è forse proprio per questi motivi che lo riteniamo una preda degna di tutto il nostro rispetto.