Nei primissimi anni dell’epoca dei viaggi di pesca, parlo di una quarantina d’anni fa, il grande barracuda (Spyraena barracuda) rappresentava la preda per eccellenza dei tropici, da mostrare orgogliosi in foto che ne evidenziassero bene le terribili mandibole irte di denti affilati. L’immaginario collettivo è stato sempre attratto da questa specie che poi in effetti, come game fish, non è granché, a parte gli acrobatici salti giunto sotto barca.
Poi, con il tempo e la scoperta di nuove mete e nuovi pesci, il nostro barracuda, da indiscusso protagonista, è scivolato al ruolo di comprimario, di preda minore, quasi mal sopportato quando gli capita di avventarsi su poppers e stick baits.
Come cambiano in fretta le mode e i gusti. Buon per il nostro amico “dentone” che potrà starsene tranquillo sul fondo del reef aspettando una onorevole morte per vecchiaia…
testo e foto Alfio Elio Quattrocchi