
Il polpo è un’esca che nella pesca a traina può regalare ottimi risultati. Ma va usata al meglio, conoscendone le abitudini e ricorrendo per l’innesco a piccoli trucchi.
Sia il polpo che il moscardino sfruttano le loro proprietà mimetiche per nascondersi ai predatori e per ingannare le proprie prede. Non essendo buoni nuotatori compiono soltanto piccoli spostamenti a strettissimo contatto con il fondo divenendo difficili prede dei predatori di mezzo fondo. Generalmente vengono predati per lo più dalle cernie, ma saltuariamente anche dentici, pagri e corazzieri riescono a sorprenderli. Se imprudentemente si sollevano troppo dal fondo, diventano una facile preda anche per le ricciole che ne sono ghiottissime.
Per sostenere la morbida testa del cefalopode è necessaria una pallina. Nel nostro caso dovrà essere di gomma o di plastica, proprio per sollevare leggermente l’esca e dargli un assetto più naturale ed invitante. Si possono usare palline per racchettoni in gomma morbida, o quelle in plastica dura che bloccano gli elastici per uso nautico, o qualsiasi altra sfera in materiale plastico riusciamo a rimediare. All’interno della pallina si passa un dacron da 130 libbre e la parte anteriore si blocca con una girella da almeno 80 libbre. Sulla parte rimanente del dacron si legano due ami di cui il primo (quello vicino alla pallina) di grandi dimensioni (7/0 – 9/0) ed il secondo più piccolo. Il primo deve capitare appena dietro alla testa e serve per allamare grandi pesci. Il secondo s’inserisce in un tentacolo e insidierà tutti quei piccoli pesci che lì sono soliti attaccare.
testo e foto Riccardo Fanelli
Ok…..buona anche questa…..grazie…..
Ho fatto traina a villasimius con il folpo ma non abbiamo avuto neanche una mangiata a diffrenza invece con il calamaro che ci ha fatto catturare pagri e ricciole di notevoli dimensioni