I marlin striati sono il predatore che ha contribuito a far conoscere Cabo San Lucas a tutti gli anglers del mondo. Nel mare di Cortez è possibile infatti trovare questi meravigliosi pesci in tutti i periodi dell’anno, con le maggiori concentrazioni nel periodo che va da aprile a settembre.
Due le tecniche di pesca principali.
La prima consiste nel far avvicinare lo Striped Marlin alla scia dei teaser, costituiti principalmente da calamari in silicone, recuperare questi ultimi e contemporaneamente calare i ballyhoo precedentemente innescati. Appena il Marlin attacca bisogna essere prontissimi ad aprire la frizione del mulinello e dare filo al predatore per circa 5 – 10 secondi, dopo di ché… ferrare!
Solo con una reazione fulminea si può avere qualche possibilità di allamata: “Free spool, free spool, free spool!” è l’urlo di tutti i capitani e dei mate del Capo che scuote gli anglers quando il marlin attacca l’esca.
La seconda variante è una sorta di pesca a vista: una volta avvistato lo striato si cerca di avvicinarlo con l’imbarcazione, disturbandolo il meno possibile, per lanciare il ballyhoo morto o il sugarello vivo davanti al predatore. Spesso il marlin non attacca e allora bisogna cercare di infastidirlo, continuando a recuperare e lanciare l’esca sempre davanti al suo rostro.
E, credetemi, è più facile a dirsi che a farsi! Normalmente si è in piedi a prua dell’imbarcazione con almeno 1 mt. d’onda dovendo gestire le sempre possibili spire di un grosso mulinello rotante.
Ma gli anglers messicani sono maestri in questa arte e conducono il gioco con grandissima sapienza. E questa loro abilità, acquisita con anni di esperienza, fa davvero la differenza.
Testo e foto di Cristiano Lagostena