
Lo scorfano, per sfruttare al massimo le proprie qualità mimetiche, vive su fondali rocciosi. In genere si sceglie aree in cui ricavarsi un territorio di caccia tutto suo, o al massimo da dividere con altri esemplari della sua specie. Ama le acque molto limpide e pulite e lo si può incontrare indifferentemente sia a 15-20 metri di profondità, che oltre i 120. Grazie alla sua colorazione tendente al rosso, si mimetizza più facilmente su fondali con formazioni coralligene.
Le aree in cui lo si può trovare con maggior frequenza sono le piccole formazioni rocciose isolate sulla sabbia, a profondità variabili tra i 50 ed i 120 metri di profondità, poco battute dalle reti di posta. Non è un pesce stagionale, infatti lo si pesca sia in pieno inverno che d’estate. La sua riproduzione avviene in primavera-estate, ma anche in questo periodo non si riunisce in fitti banchi, confermando il suo carattere solitario.
Affermare di andare a pesca di scorfani con l’inchiku sarebbe assolutamente presuntuoso, a meno di non avere degli scogli segreti e semi-vergini a discreta profondità, su cui questi pesci prosperano indisturbati. Ciò non toglie che una volta individuata un’area in cui vengo effettuate delle belle catture, si può star certi di aver individuato il fondale ideale ed evitando i prelievi indiscriminati, potremmo aver scoperto un territorio per la pesca specifica dello scorfano. In genere se avviene una cattura in un’ area, significa che quel fondale è ottimale per questo pesce e molto probabilmente vi si troveranno altri esemplari.
Lo scorfano, come molti altri predatori sedentari, quando ha la possibilità di un facile pasto difficilmente se lo fa scappare. Questo significa che se la nostra esca giungerà sul fondo vicino ad uno scorfano, è molto probabile che questo l’attacchi. Al tempo stesso bisogna aggiungere che le probabilità che l’inchiku cada proprio in testa ad un pesce fermo, sono bassissime, quindi dobbiamo aumentare il tempo di visibilità in caduta, riducendone la velocità quando si trova in prossimità del fondo.
Per ottenere quest’effetto è indispensabile avere in bobina del multifibre colorato, che ci segnala la quantità di lenza sbobinata. Dopo la prima calata, in cui possiamo memorizzare il punto della lenza corrispondente all’arrivo dell’esca sul fondo, durante le calate successive possiamo rallentare la lenza in uscita con l’avvicinarsi del punto di stop. In questo modo l’esca a qualche metro dal fondo rallenterà rimanendo semi-sospesa e quindi più visibile.
Per insidiare gli scorfani ad inchiku, è sempre preferibile arricchire gli ami con una striscia di calamaro o seppia e far effettuare all’esca movimenti sinuosi e lenti. Questo pesce quando attacca una preda, lo fa spalancando la bocca e risucchiando, questo in termini di sensazione sulla canna, spesso si trasmette con un appesantimento privo di strattonate, simile ad un incaglio sul fondo.
Nel dubbio di aver afferrato le rocce, è sempre meglio ferrare per non perdere una preziosa occasione.
testo e foto Riccardo Fanelli