
Dimmi che bocca hai, e ti dirò chi sei…
E’ una citazione forse un po’ storpiata ma che rende molto bene quando si deve parlare dei pesci e della loro alimentazione.
I denti nei pesci possono mancare o essere molto numerosi, essere presenti su entrambe le mascelle, ma anche sul vomere, sulle ossa palatine e su quelle faringee. In molti predatori possiamo notare come a livello buccale le mascelle superiori risultano prominenti rispetto alla inferiore o viceversa, mentre in specie che si nutrono di piccoli organismi presenti negli anfratti delle rocce, dei coralli o nella sabbia, spesso si osservano mascelle allungate e di forma tubolare. La bocca poi può essere protrudibile in avanti per afferrare meglio le prede, come ad esempio nel pesce San Pietro, che crea un vero e proprio vortice di aspirazione durante la predazione.
La posizione della bocca può essere in avanti, al centro della testa, in particolare in quelle specie che cercano attivamente il cibo e lo catturano direttamente, o posta nella parte più inferiore della testa, in pesci che generalmente ricercano il cibo razzolando del sul fondo. Ne è un esempio la bocca della triglia, idonea a scavare e catturare piccoli organismi presenti nel fango.
La struttura buccale, cosi come i denti e, non ultima, tutta la massa muscolare collegata, è in funzione al regime alimentare delle varie specie. Nei predatori osserviamo diversi tipi dentature: da quelle ampie e dotate di minuscoli denti vomerini (ad ancora) della spigola, che caccia in agguato e tende ad ingoiare la preda in un’unica soluzione, a quelli caniniformi di barracuda e dentici, che tendono a lacerare e a strappare parti dei tessuti per poi a finire la preda. Il pesce serra è fra i predatori nostrani uno dei pesci che ha uno degli apparati boccali più potenti in circolazione: con i suoi denti triangolari ed una muscolatura possente riesce a tagliare di netto pesci pari al suo peso; non è un’impresa facile e in questo gli fanno compagnia in acque più calde i wahoo, le cubere (foto) e diverse specie di squali.
Normalmente, nelle specie che inseguono la preda e devono afferrarla e fermarla, i denti sono assai taglienti, a filo di rasoio o seghettati, a differenza di quanto succede con le specie che cacciano in agguato, dove la preda deve essere bloccata, i cui canini sono a pugnale o aghiformi, spesso con la punta rivolta indietro (cernia, rana pescatrice).
Grufolatori e pesci di barriera usano invece i denti per raschiare o strappare alghe o altri organismi dalle roccie (denti incisiviformi).
Gli sparidi rappresentano un esempio perfetto di adattamento tra forma dei denti ed alimentazione: in questa famiglia troviamo i dentici, predatori con canini ben sviluppati, i paraghi, grufolatori opportunisti che non disdegnano la predazione (hanno infatti canini e molari), grufolatori e trituratori di crostacei e molluschi come orate e mormore, e onnivori opportunisti che invece hanno incisivi e molari, come i saraghi.
testo e foto Antonio Varcasia