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FISHING – GT DA BATTAGLIA

I GT attaccano le esche artificiali e poi inizia la battaglia:
Con i GT è sempre un combattimento al limite…

Credetemi, questo GT non è poi così grande come sembra, un grandangolo fa miracoli.
Il problema è che o gli giravano le balle in modo speciale o arrivati a una certa età ogni pesce diventa più faticoso da portare a bordo del proprio fisherman.
L’ho allamato a otto centimetri dal reef e non gli è venuto in mente niente di meglio che inabissarsi sul drop off e cercare qualsiasi spunzone di roccia per separarsi da me e portarsi via il mio bellissimo stickbait. 
In queste situazioni è una lotta selvaggia e un giro di manovella in meno porta a un finale amaro: indi per cui o muovi il deretano o sei lì a mettere su un nuovo terminale. Alla fine, con l’orgoglio in un pugno e le braccia alla frutta, si riesce a riportarlo sulla retta via e poi a bordo per la meritata foto.
Meno male che non lo devo reggere io – sono nascosto dietro la Nikon a fare le foto – altrimenti vedreste l’immagine di un uomo provato. 
La prossima volta vado a spigole, che son più rispettose con gli anziani.

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Gioacchino Bambù

Comunque, noi anziani, abbiamo esperienza da vendere alle nuove generazioni sia in mare che in terra. Non dimentico mai in una battuta di pesca d’altura, con il mio amico Raffaele, eravamo a 20 miglia dalla costa salentina, nel cosi detto Canale d’Otranto, quando, contemporaneamente partirono le due canne, e dopo circa un’ora di dura lotta muscolare il mio amico tirò in barca un tonno di circa 15 kg. ed io uno spada di 12 kg.
Emozioni indescrivibili si alternavano alla paura di perdere l’ambita preda. Il sudore che copioso scendeva giù dalla fronte finendo negli occhi che procuravano un prurito della malora e non potersi stroppiare per far porre termine al fastidio procurato, ma non potevi fermare manovella, sappiamo come va a finire il più delle volte. Allora devi stringere i denti e qualcos’altro (sic) mentre i muscoli cominciano a scricchiolare e dolere per lo sforzo profuso affinché puoi vedere quale preda ti sia capitata e che, una volta fotografata e slamata si lasciava al lato della paratia dove, non priva di tormenti (suoi naturalmente) si addormentava in eterno. Gioacchino Bambù alias Incazzato Nero.

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