Nelle acque solcate dai nostri fisherman sono presenti sei specie di cernie, ma con buone probabilità, ne potrebbero entrare delle altre adattandosi alle nuove condizioni climatiche che il Mediterraneo sta vivendo.
Tra le specie costiere la cernia bruna (Epinephelus marginatus) è quella che, con i suoi 40-50 chili di peso massimo, si aggiudica il primato di stazza. Scendendo più in profondità si trovano le due specie che più comunemente possono raggiungere dimensioni da record.
La cernia di fondale (Poliprion americanum), presente a profondità variabili tra i 150 ed i 700 metri, raggiunge senza problemi i 40 chili, con punte massime che possono arrivare a 60, ma è la cernia nera (Epinephelus caninus) il vero peso massimo della categoria.
Cernia catturata a bolentino di profondità
Questa specie, spesso confusa con la cernia di fondale, vive a profondità inferiori, ovvero tra i 100 ed i 150 metri e può crescere fino a raggiungere 2 metri di lunghezza e 100 chili di peso. Si tratta di un pesce abbastanza raro, anche perché negli ultimi anni è stato oggetto di una pesca senza limiti mediante parangali calati a ciclo continuo da pescherecci adibiti alla pesca di profondità.
La cernia nera è diffusa soprattutto lungo le coste nordafricane, della Sicilia e della Calabria, ma non è rara anche nel Tirreno centrale.
La cernia è uno dei pesci più longevi e lenti nella crescita, quindi impiega decine di anni per raggiungere le sue massime dimensioni: ricordiamocelo quando allamiamo un esemplare di piccole dimensioni….
testo e foto Riccardo Fanelli